Smettere di fare figli per salvare il pianeta: la teoria della filosofa Verena Eleonora Brunschweiger
„Non potrei vivere sentendo addosso la responsabilità di far soffrire tante persone in Africa e in Asia solo perché voglio mettere al mondo una nuova persona con i miei stessi occhi azzurri“
A metà dello scorso novembre, il Pianeta ha superato quota 8 miliardi di persone. Una stima ufficiale delle Nazioni Unite, questa, che rappresenta allo stesso tempo un traguardo e una criticità. Una crescita senza precedenti – stando a quanto spiegato dall’Onu – che deve vedere tutte e tutti protagonisti di azioni finalizzate alla salvaguardia della Terra. Basti pensare al fatto che nel 1950 si contavano 2,5 miliardi di abitanti e che, in poco più di qualche decennio, grazie ai progressi della sanità pubblica, dell’alimentazione, dell’igiene e della medicina, il numero di abitanti è incredibilmente cresciuto. Non solo: fino al 1800, la Terra aveva meno di 1 miliardo di abitanti. In soli 12 anni è passata da 7 a 8 miliardi.
Numeri da capogiro che fanno capire quanto la scienza sia d’aiuto per la nostra sopravvivenza. Ma come la mettiamo con la povertà alimentare, la crisi climatica e il generale deterioramento delle esistenze delle persone, soprattutto nell’emisfero australe? La faccenda è complessa. Ad oggi, Circa 2,3 miliardi di persone (29,3%) vivono in condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave. Sono 45 milioni i bambini con meno di 5 anni che soffrono di deperimento, 149 milioni quelli che soffrono di deficit legati allo sviluppo a causa di una mancanza cronica di nutrienti essenziali. Se a ciò si aggiunge che nel 2037 si stima di sfondare il tetto di 9 miliardi e che nel 2080 si prevede un picco di 10.4 miliardi la questione si fa davvero preoccupante.
Nell’opinione della filosofa, sociologa e autrice tedesca, Verena Eleonora Brunschweiger, la soluzione è semplice: per salvare il Pianeta bisogna smettere di fare figli. Per questa teoria è stata fortemente attaccata. Eppure, si tratta di una filosofia di vita già applicata in alcuni angoli del globo. Certo, i temi su cui dibattere al cospetto di una proposta shock come questa sono molti e tutti niente affatto banali. A partire dall’idea – che va per la maggiore – secondo la quale una donna senza figli sarebbe una donna a metà. (Giustamente) Brunschweiger ha rimandato ai mittenti simili accuse, appellandosi ad un sacrosanto principio: quello di autodeterminazione. A detta della Süddeutsche Zeitung la filosofa è l’esperta “childfree” più famosa della Germania. Per provare a capirci qualcosa in più, chi sta scrivendo ne ha parlato con lei in un’intervista, scoprendo che “oltre gli slogan c’è di più”.
Iniziamo dal principio: la maternità è un valore culturale e culturalmente trasmesso o un istinto?
“C’è un certo istinto, ma esistono donne che non lo hanno, che sostengono di non averlo mai sentito. Esistono donne che hanno un desiderio di diventare mamme pari a zero. Certo, esiste anche l’opposto: donne che non desiderano niente di più di diventare madri. La maggior parte delle donne si trova tra questi due poli. Non dobbiamo però dimenticare che la nostra cultura e la nostra società generano una pressione enorme sulle coppie giovani e soprattutto sulle donne e hanno successo, purtroppo. Molte donne pensano di non valere nulla senza un figlio. Dobbiamo invece ricordare sempre che viviamo nell’Europa del 2022 e abbiamo moltissime possibilità. Mi rattrista molto quando una donna fa il sacrificio di dimenticare se stessa, i suoi talenti e le sue ambizioni solo per fare una cosa che, peraltro, non richiede molto intelligenza”.
La sua teoria si basa su numeri, dati. Eppure, viene tacciata di pronunciare “frasi choc”. Una visione troppo futurista del mondo?
“Vale per Paesi con valori piuttosto tradizionali, come la Germania o l’Italia, soprattutto quella della Meloni e del suo partito. L’idea di istituire un Ministero della natalità ne è la prova. Evidentemente, non ha letto che il cambiamento climatico dipende più che altro dal numero di persone che vivono sul Pianeta. Nel mio libro “Do childfree people have better sex? “A feminist’s journey in the childfree movement” scrivo un lungo capitolo sulla catastrofe generata dalle vittorie dei partiti della destra. Per il Pianeta e per gli abitanti del Sud del mondo la vita è un orrore: non possono venire qui, in Europa, ma soffrono tutte le conseguenze del cambiamento climatico che produciamo noi. Ogni nuova persona significa più emissioni. Questo è un dato che i Paesi più evoluti come il Regno Unito o gli Stati Uniti dovrebbero prendere in considerazione ma nessuno di loro ha mai detto nulla in proposito.”
Se le chiedessi di scegliere – senza ipocrisia – tra le parole egoismo e altruismo per raccontarsi quale sceglierebbe?
“Le risponderò certamente senza ipocrisia! L’ipocrisia è dei genitori che raccontano bugie come “Vogliamo un bambino perché amiamo i bambini”. Allora perché non adottate un bambino che già esiste? No, vogliono un mini-loro. Io non sono così. Ogni cosa che faccio la faccio per il clima: non volo, non mangio carne, ho una macchina piccola che uso soltanto nelle emergenze e non ho figli, perché non potrei vivere sentendo addosso la responsabilità di far soffrire tante persone in Africa e in Asia e rischiare di far estinguere tanti animali solo perché voglio mettere al mondo una nuova persona con i miei stessi occhi azzurri.”
Un ragionamento che vi troverà contrari o d’accordo ma che, sicuramente, vi farà riflettere.