Monat: Dezember 2022

Danke, Sabina, für die herrlichen Tipps!

https://dilei.it/lifestyle/affrontare-evitare-domande-scomode-parenti-natale/1231657/

 

Come affrontare (ed evitare) le domande scomode dei parenti a Natale

“Quando ti sposi?”, “Quando fai un figlio?”, “Ma quand’è che ti sistemi?”. Il repertorio è molto ampio, ma abbiamo studiato una serie di risposte e di tattiche che vi svincoleranno dalle domande fastidiose e imbarazzanti dei parenti

Foto di Sabina Petrazzuolo

Sabina Petrazzuolo

È arrivato il momento dell’anno che tutti, o quasi, attendiamo sempre con gioia, e a volte anche con un po’ di ansia. Perché lo sappiamo che le riunioni di famiglia sanno trasformarsi nei ricordi più belli e indelebili di sempre, se ci va bene, ma sappiamo anche che basta poco affinché diventino un vero e proprio incubo a occhi aperti.

E questo succede soprattutto quando, come nelle peggiori pellicole di Natale, i parenti assomigliano più a serpenti che a persone con le quali condividiamo il DNA, il quale unico scopo è quello di metterci in difficoltà con un terzo grado che farebbe invidia ai migliori film polizieschi.

“Quando ti sposi?”“Quando fai un figlio?“, “Ma quand’è che ti sistemi?”Il repertorio è davvero ampio e più si va in profondità più rischiamo di ritrovarci al centro di uno dei momenti più imbarazzanti di sempre. Per non parlare poi di tutte le fatiche che abbiamo sostenuto in questi anni per svincolarci da tutte quelle aspettative riposte in noi dalla società, le stesse che abbiamo ripudiato per raggiungere l’indipendenza e l’emancipazione, e che durante la cena di Natale, puntualmente, vengono vanificate.

Perché il momento, quello delle domande scomode da parte dei parenti ai pranzi e alle cene di Natale, arriva per tutti. E quando succede non possiamo più sottrarci.

Natale con i parenti serpenti

A meno che non abbiate deciso di ritirarvi in una caverna come il Grinch, o di partire per inseguire il sole caldo dei tropici, anche quest’anno, abbigliati col maglione di Natale regalatovi lo scorso anno, vi toccherà trascorrere e condividere il Natale con la famiglia. E va anche bene in realtà, soprattutto per chi vive lontano dai propri genitori e attende il periodo delle feste per ritornare a casa, per scoprire quanto può essere bello trascorrere del tempo tra gli abbracci e le premure di mamma e papà.

Il vero problema sorge quando, insieme alla famiglia più stretta, vengono invitati anche gli altri parenti. Chi lo ha fatto e perché è opinabile, ma la certezza è che loro sono lì per un unico motivo: farsi i fatti nostri.

Del resto sono le stesse persone, zie e cugine di diverso grado, che durante l’anno ci hanno spiato sui social network chiedendosi come mai avessimo viaggiato da sole, perché nelle nostre foto non compariva mai un uomo e come mai non siamo ancora diventate mamme dato che l’orologio biologico continua a scorrere a suon di tic tac. E meno male che abbiamo scelto di non accettare le loro richieste di amicizie su Facebook! Almeno abbiamo potuto evitare commenti scomodi in mondovisione.

Ora però no, non possiamo più farlo. Perché sembra che proprio che l’unico scopo di alcuni familiari sia questo, venire alla cena della Vigilia o al pranzo di Natale per tempestarci di quesiti o peggio elargire consigli non richiesti. Insomma, quella delle domande imbarazzanti sembra proprio una tradizione alla quale i parenti non riescono a rinunciare. E chi siamo noi per sottrarci a tutto questo?

Come affrontare ed evitare le domande scomode a Natale

Dimentichiamoci la discrezione, e a volte anche la simpatia e il tatto, e armiamoci di pazienza: ce ne servirà tanta per uscire indenni da questo Natale. Per preparare al meglio la sopravvivenza di tutte abbiamo creato un elenco delle domande più scomode dei parenti, con tanto di risposte e qualche tattica infallibile per evitarle una volta e per tutte.

  1. E il fidanzatino? Questa è una delle domande più diffuse tra i parenti, e proviene di solito tra le zie che si ritrovano allo stesso tavolo delle nipoti under 30 che ancora non si sono sposate. “Non frequento minorenni”“No grazie” e “Il mio principe azzurro è caduto dal cavallo e si è rotto il femore” sono tra le risposte più quotate. Se l’interlocutore è particolarmente tech provate con “Chiedilo ad Alexa”. In alternativa potete sempre salutare con un sorriso e sedervi dall’altro capo del tavolo. A Natale tutto è concesso.
  2. Ma come mai non riesci a trovare nessuno? “Perché nessuno ha avuto il coraggio di sopportarmi come hanno fatto con te!”. Questa risposta è un po’ forte, lo riconosciamo. Ma a mali estremi…
  3. Sei venuta da sola al pranzo di Natale? Questa è una domanda alla quale, tutte le single, sono sottoposte ogni anno e tutti gli anni. Stupite la zia di turno con una risposta filantropica: “No, ho deciso di portare con me il clochard che vive in piazza. Arriva fra poco. Va bene se siede tra noi?”.
  4. Perché non fai figli? Non lo sai che l’orologio biologico scorre per tutti? Per rispondere a questa domanda, una delle più scomode e fastidiose di sempre, il consiglio è quello di prenderla con filosofia, in tutti i sensi: “Ma come non lo sai? Secondo la filosofa e sociologa tedesca Verena Eleonora Brunschweiger, l’unico modo che abbiamo per salvare il Pianeta è non fare figli. Non voglio essere egoista: voglio salvarvi tutti!!!”.
  5. Mia figlia è diventata manager dell’azienda in cui lavora. Tu sei ancora una semplice dipendente? In questo caso varrebbe la regola del “Un bel tacer non fu mai scritto”, ma sappiamo bene che con i parenti serpenti potrebbe non funzionare. La risposta giusta? “Io purtroppo non ho avuto le giuste raccomandazioni”.
  6. Secondo me ti dedichi troppo al lavoro, per questo non trovi nessuno. Senza perdersi in lunghi convenevoli che rischierebbero di generare insoddisfazione da ambo le parti, consigliamo una risposta breve e concisa, che può essere utilizzata in maniera versatile anche per rispondere ad altre domande sui generis: “Secondo me zio ti tradisce!”.
  7. Quando ti sistemi? Questa domanda è un po’ come il prezzemolo: c’è sempre, e svincolarvi da essa è davvero difficile. Che si tratti di lavoro, di sentimenti o di scelte di vita, ci sarà sempre qualche parente che guardandovi negli occhi pronuncerà questa domanda. Il consiglio? Rispondere con un altro evergreen: “E tu che fai a Capodanno?”. Un po’ fuorviante, è vero, ma funziona. Provare per credere.

Se le domande continuano a farsi insistenti e sempre più scomode, ora dopo ora, avete un ultimo modo per svincolarvi da queste. Preparate una playlist con i più grandi successi natalizi e attivatela a ogni domanda, iniziando a ballare e coinvolgendo gli altri commensali. Del resto è Natale, chi oserebbe mai interrompere i festeggiamenti? In bocca al lupo a tutte!

Mille grazie, Margherita!

Smettere di fare figli per salvare il pianeta: la teoria della filosofa Verena Eleonora Brunschweiger

“Non potrei vivere sentendo addosso la responsabilità di far soffrire tante persone in Africa e in Asia solo perché voglio mettere al mondo una nuova persona con i miei stessi occhi azzurri”

A metà dello scorso novembre, il Pianeta ha superato quota 8 miliardi di persone. Una stima ufficiale delle Nazioni Unite, questa, che rappresenta allo stesso tempo un traguardo e una criticità. Una crescita senza precedenti – stando a quanto spiegato dall’Onu – che deve vedere tutte e tutti protagonisti di azioni finalizzate alla salvaguardia della Terra. Basti pensare al fatto che nel 1950 si contavano 2,5 miliardi di abitanti e che, in poco più di qualche decennio, grazie ai progressi della sanità pubblica, dell’alimentazione, dell’igiene e della medicina, il numero di abitanti è incredibilmente cresciuto. Non solo: fino al 1800, la Terra aveva meno di 1 miliardo di abitanti. In soli 12 anni è passata da 7 a 8 miliardi.

Numeri da capogiro che fanno capire quanto la scienza sia d’aiuto per la nostra sopravvivenza. Ma come la mettiamo con la povertà alimentare, la crisi climatica e il generale deterioramento delle esistenze delle persone, soprattutto nell’emisfero australe? La faccenda è complessa. Ad oggi, Circa 2,3 miliardi di persone (29,3%) vivono in condizioni di insicurezza alimentare moderata o grave. Sono 45 milioni i bambini con meno di 5 anni che soffrono di deperimento149 milioni quelli che soffrono di deficit legati allo sviluppo a causa di una mancanza cronica di nutrienti essenziali. Se a ciò si aggiunge che nel 2037 si stima di sfondare il tetto di 9 miliardi e che nel 2080 si prevede un picco di 10.4 miliardi la questione si fa davvero preoccupante.

Nell’opinione della filosofa, sociologa e autrice tedesca, Verena Eleonora Brunschweiger, la soluzione è semplice: per salvare il Pianeta bisogna smettere di fare figli. Per questa teoria è stata fortemente attaccata. Eppure, si tratta di una filosofia di vita già applicata in alcuni angoli del globo. Certo, i temi su cui dibattere al cospetto di una proposta shock come questa sono molti e tutti niente affatto banali. A partire dall’idea – che va per la maggiore – secondo la quale una donna senza figli sarebbe una donna a metà. (Giustamente) Brunschweiger ha rimandato ai mittenti simili accuse, appellandosi ad un sacrosanto principio: quello di autodeterminazione. A detta della Süddeutsche Zeitung la filosofa è l’esperta “childfree” più famosa della Germania. Per provare a capirci qualcosa in più, chi sta scrivendo ne ha parlato con lei in un’intervista, scoprendo che “oltre gli slogan c’è di più”.

“Per salvare il Pianeta bisogna smettere di fare figli”, la filosofia di vita già applicata in alcuni angoli del globo e fortemente sostenuta dall’autrice tedesca

Iniziamo dal principio: la maternità è un valore culturale e culturalmente trasmesso o un istinto?
“C’è un certo istinto, ma esistono donne che non lo hanno, che sostengono di non averlo mai sentito. Esistono donne che hanno un desiderio di diventare mamme pari a zero. Certo, esiste anche l’opposto: donne che non desiderano niente di più di diventare madri. La maggior parte delle donne si trova tra questi due poli. Non dobbiamo però dimenticare che la nostra cultura e la nostra società generano una pressione enorme sulle coppie giovani e soprattutto sulle donne e hanno successo, purtroppo. Molte donne pensano di non valere nulla senza un figlio. Dobbiamo invece ricordare sempre che viviamo nell’Europa del 2022 e abbiamo moltissime possibilità. Mi rattrista molto quando una donna fa il sacrificio di dimenticare se stessa, i suoi talenti e le sue ambizioni solo per fare una cosa che, peraltro, non richiede molto intelligenza”.

La sua teoria si basa su numeri, dati. Eppure, viene tacciata di pronunciare “frasi choc”. Una visione troppo futurista del mondo?
“Vale per Paesi con valori piuttosto tradizionali, come la Germania o l’Italia, soprattutto quella della Meloni e del suo partito. L’idea di istituire un Ministero della natalità ne è la prova. Evidentemente, non ha letto che il cambiamento climatico dipende più che altro dal numero di persone che vivono sul Pianeta. Nel mio libro “Do childfree people have better sex? “A feminist’s journey in the childfree movement” scrivo un lungo capitolo sulla catastrofe generata dalle vittorie dei partiti della destra. Per il Pianeta e per gli abitanti del Sud del mondo la vita è un orrore: non possono venire qui, in Europa, ma soffrono tutte le conseguenze del cambiamento climatico che produciamo noi. Ogni nuova persona significa più emissioni. Questo è un dato che i Paesi più evoluti come il Regno Unito o gli Stati Uniti dovrebbero prendere in considerazione ma nessuno di loro ha mai detto nulla in proposito.”

La copertina del libro “Do child people have better sex? “A feminist’s journey in the childfree movement” pubblicato nel marzo del 2022 dalla sociologa tedesca

Se le chiedessi di scegliere – senza ipocrisia – tra le parole egoismo e altruismo per raccontarsi quale sceglierebbe?
“Le risponderò certamente senza ipocrisia! L’ipocrisia è dei genitori che raccontano bugie come “Vogliamo un bambino perché amiamo i bambini”. Allora perché non adottate un bambino che già esiste? No, vogliono un mini-loro. Io non sono così. Ogni cosa che faccio la faccio per il clima: non volo, non mangio carne, ho una macchina piccola che uso soltanto nelle emergenze e non ho figli, perché non potrei vivere sentendo addosso la responsabilità di far soffrire tante persone in Africa e in Asia e rischiare di far estinguere tanti animali solo perché voglio mettere al mondo una nuova persona con i miei stessi occhi azzurri.”

Un ragionamento che vi troverà contrari o d’accordo ma che, sicuramente, vi farà riflettere.

Präsentiert von WordPress & Theme erstellt von Anders Norén